L'incredibile conservazione del latino nella lingua sarda
Nel III secolo a.e.v. la Sardegna passò sotto il dominio romano. La penetrazione del latino fu lenta e difficile, soprattutto nelle zone interne ma, proprio a causa dell'isolamento geografico della Sardegna, tale influenza linguistica fu forte e duratura. Con il disfacimento dell'Impero Romano, l'isola passò prima sotto il dominio dei Vandali e poi sotto l'Impero Bizantino la cui debolezza impedì che il greco fosse effettivamente utilizzato come lingua ufficiale. L'invasione dei Longobardi (568), che mutò il volto dell'Italia, non toccò la Sardegna. Alla fine di questo periodo i Sardi cominciarono a utilizzare la propria lingua anche nella redazione dei documenti ufficiali.Il sardo è stata la prima lingua volgare ad essere stata utilizzata per scopi giuridici. Mentre nel resto dell'Europa la lingua degli atti giuridici continuava ad essere il latino, ed il volgare veniva usato solo per componimenti letterari, in Sardegna la lingua delle cancellerie reali era già il volgare locale. Di contro le prime attestazioni di componimenti letterari in sardo sono molto tarde.
Nell'XI secolo fu divisa in quattro "Giudicati" (Cagliari, Arborea, Torres e Gallura) corrispondenti grosso modo alle quattro province storiche. Le prime fonti scritte in volgare sardo risalgono all'XI secolo, e sono rappresentate dalle carte bollate delle cancellerie dei regni giudicali.
Nei secoli XI e XII l'influenza maggiore sull'isola, soprattutto sulle due maggiori città, fu quella esercitata dalle potenze di Pisa e Genova. Proprio in questo periodo iniziò la differenziazione linguistica che diede origine alle due varietà principali: il logudorese al nord e il campidanese al sud. I rapporti con le Repubbliche Marinare italiane influirono profondamente sulla lingua parlata in Sardegna e l'influsso dell'italiano sul sardo continuò anche nel periodo di dominio catalano prima e spagnolo poi.

Mappa delle lingue parlate in Sardegna
Con il tramonto degli stati giudicali, il sardo medievale cessa di essere lingua ufficiale subendo una progressiva diversificazione nelle varianti dialettali. Il campidanese è quello che maggiormente si è evoluto, mentre il logudorese presenta una fonetica per lo più molto conservatrice rispetto al latino.
Il sardo attuale è caratterizzato da una massiccia presenza nel lessico di iberismi, per lo più catalanismi nel sardo meridionale, mentre in quello settentrionale sono più presenti parole del lessico castigliano.
Gli idiomi parlati in Gallura, a Sassari, ad Alghero e a Carloforte non fanno parte del sistema linguistico sardo. Appartengono invece rispettivamente al corso, al sassarese che deriva dal pisano medievale, al catalano e al ligure.
Caratteristiche morfosintattiche
La sintassi e la morfologia sarda si caratterizzano per essere marcatamente analitiche. E' sopratutto a questo livello che si trovano le maggiori peculiarità del sardo che lo distinguono da tutte le altre varietà romanze: innanzitutto l'articolo determinativo che deriva dal dimostrativo latino ipsum, contrariamente a quanto avviene con tutte le altre lingue romanze che hanno la derivazione da illum. In sardo, quindi, l'esito degli articoli è: su, sa, sos, sas, is. Questo tipo di esito si trova solo in alcune varianti del catalano, soprattutto balearico.La coniugazione verbale sarda è praticamente quella latina. Ecco un esempio di come si coniuga verbo papai (mangiare) in sardo:
- deu papu
- tui papas
- issu papat
- nosu papaus
- bosatrus papais
- issus pàpant
La struttura della frase sarda è plastica. In molte lingue indoeuropee la struttura della frase è SVO, dove S sta per soggetto, V per verbo e O per oggetto. Nel sardo ci troviamo di fronte a VOS, che era regola nel sardo medioevale ma che nel sardo moderno a causa dell'influenza dell'italiano si può trovare a fianco al SOV o al classico SVO.
- Comprau ari sa machina Giuanni (Comprato ha la macchina Giovanni)
- Anti sciusciau su muru is maistrus (Hanno abbattuto il muro i muratori)
Talvolta l'ausiliare si distacca dal verbo e prende una posizione opposta:
- Pigau su libru appu (Preso il libro ho)
La caratteristica di lingua analitica si riflette nel sardo anche nel modo di fare il futuro dei verbi: mentre tutte le lingue romanze hanno sviluppato un futuro sintetico (es. io andrò, jo iré ecc. da andare + habeo) in sardo, anche a causa della posizione delle parole nella frase, il futuro si fa così: deu apu a andare / deu ap'a andai (da habeo a andare).
Caratteristiche fonetiche
Nel passaggio dal latino alle lingue romanze l'esito della fonetica vocalica divide la Romània in quattro gruppi di lingue: il sistema romanzo comune, il più diffuso, il sistema rumeno, il sistema siciliano e appunto il sistema sardo. L'esito sardo è che dal sistema latino a dieci vocali, cinque lunghe e cinque brevi, derivano cinque soli fonemi.Il tratto fonetico che ha maggiormente interessato i linguisti dell'ottocento, permeati da ideali di purezza linguistica, è la cosidetta occlusiva velare, peraltro mantenuta solo nella variante settentrionale del sardo. Il fatto che nel sardo settentrionale cielo si dica kelu (da coelum), o voce si dica boke (da vocem), accosterebbe questa variante, molto più di altre lingue, al latino.
Caratteristiche lessicali
La conservazione del latino classico nella lingua sarda si riflette soprattutto sul lessico, dove le altre lingue romanze hanno invece preferito vocaboli di origine diverse, come quella del latino medievale o quella germanica. Il sardo infatti a differenza della maggior parte delle lingue romanze del resto d'Europa, non ha subito gli influssi delle lingue germaniche.Ad esempio, la parola sarda per bianco è arbu, dal latino albus, mentre tutte le altre lingue romanze hanno adottato la parola germanica blink (lucente, brillante).
- arbu (bianco), da albus
- casu (formaggio), da caseus
- conca (testa), da concha
- cras (domani), da cras
- domo/domu (casa), da domo/domus
- grai (pesante), da gravis
- jana (fata), da diana
- jossu (giù), da deorsum
- mannu (grande), da magnus
- riu/erriu/arriu (fiume), da rivus
- trigu/trìdicu (grano), da triticum
Il superstrato del sardo è costituito dal lessico proveniente da altre lingue romanze, in particolare il catalano ed il castigliano (spagnolo). Il sardo conta più di seimila iberismi nel suo lessico.

Dichiarazione universale dei diritti umani in sardo